Pupi Avati è uno dei miei registi preferiti, fin da quando vidi il suo “Regalo di Natale” ho proseguito a cercare piano piano di vedermeli tutti. certo, qualche delusione c’è stata, non lo nego, ma in genere mi ha sempre fatto trascorrere qualche ora piacevole.
lo stesso per questo bar, il racconto di una compagnia da bar, con le persone che non cambiano mai, con i rapporti che spesso sono conflittuali ma sempre con l’amicizia di fondo a governare il tutto, con le caratteristiche distintive anche poco importanti, ma che danno quel tocco di orginalità alla situazione.
c’è spazio solo per i rapporti degli amici del bar, nessun evento a scuotere questo bar e questa via che paiono essere un microcosmo a sè stante dove non ci puoi entrare se non sei autorizzato.
in diversi momenti ricorda l’indimenticabile “Amici miei”, anche se non gli fa mai il verso, nè cerca di assomigliargli in alcun modo.
a mio parere un buon risultato, forse si poteva fare di meglio, ma anche di peggio, ben equilibrato, con un Lo Cascio davvero speciale che riempie moltissimo la scena.
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