sverginato

15 11 2006

alla fine è toccato anche a me. volevo rimandare, ma alla fine ci sono andato. no, maliziosi, non si tratta di quello a cui pensate, per quello è successo qualche tempo fa. ho deciso dopo che mio papà ci era andato per la millesima volta in vita sua e mia mamma ci è tornata dopo, boh, vent’anni e hanno dovuto fare pure a leri un po’ di sistemazioni.

nella sala d’attesa (per quelle cose non credo ci sia sala d’attesa, ma mi posso sbagliare…) ho visto la sua foto su fox; spero sia orgogliosa di me che l’ho vista senza neanche comprarlo fox (evitando anche il naso finto consigliato come camuffamento): a proposito, è venuta proprio ma proprio bene, anche se io l’avrei presa meno di profilo, ma quelli sono gusti miei.

e poi ero lì, sdraiato, con delle mani in bocca che ravanavano, occhi che scrutavano, strumenti vari, un puttanaio insomma. non so se la posizione “bocca aperta chez le dentist” abbia qualche derivazione zen, ma a veniva sonno, infatti chiudevo gli occhi, e temevo di addormentarmi… unica roba che vedevo oltre alla mascherina un paio di occhioni marroni, proprio, ma proprio niente male.

poi il responso, che io con nonchalance volevo dribblare, ‘sta cippa: ci rivediamo, quando? facciamo con calma và, un mesetto, tanto mica c’ho fretta, e comunque se mi fai tutto in una volta è meglio. ma magari ti rompi a star lì seduto. no tranquillo, se non fai male io resisto, sono in generale un amante delle sale d’attesa. non dovrebbe far male, ok.

la domanda alla fine di tutto, oltre ad aver pensato a questo libro di Culicchia mentre ero sotto (non in quel senso, anche se non sarebbe stato male, la sedia del dentista è ergonomica, ci si starebbe bene, a me piace l’ergonomicità), è stata: ma un/a dentista quando limona duro con il/la suo/a partner ispeziona gli anfratti della bocca per piacere o per interesse?





menti malate

14 11 2006

il titolo non c’entra nulla, e anche nel corpo c’entra nulla perchè ogni tanto capitano dei giorni pieni di notizie, informazioni, emozioni, e anche giramenti di zebedei che non permettono di focalizzare la mente su un oggetto preciso.

ad esempio mi piacerebbe sapere perchè un nome, Zebedeo, è associato volgarmente ad una parte intima maschile, zebedei. bah.

qualcuno è arrivato qui con la prima ricerca porno-soft “prof nuda”, ah che bello, ora mi sento normale, mi faceva strano che la gente arrivasse qui solo perchè stava cercando qualcosa in tema di musica!

ho fatto una relazione ieri sera, la prima volta che lavoro di sera. ovvio, è uscita una roba arrabbiata, schietta, chiara, limpida, altissima, purissima. arrabbiata e che colpisce, ma non come uno stiletto, bensì come un caterpillar, o un cater-pirlar che dir si voglia, visto che mi è stata commissionata per rispondere ad una mancata presa di posizione che aveva dell’incomprensibile. chi l’ha commissionata però non ha preso anch’egli posizione. a me non frega niente e già ho detto cosa penso. ma non tutto, i tempi maturano per tutto.

a proposito, domenica ho visto delle piante di kaki (o cachi, come si scrive?) stracariche di frutti, uno spettacolo. ho la foto… facciamo che quando mi decido a togliere la macchina dallo zaino, la schedina dalla macchina, e a infilare la schedina nel pc, li vedete anche voi, oppure che venite a trovarmi e andiamo a vedere i kaki (o cachi, che non so ancora come si scrive).





pensieri e parole del fine settimana

13 11 2006

ho considerato che la luce autunnale è davvero splendida, ottima per le fotografie, è come se si vivesse in un lungo tramonto che inizia poco dopo mezzogiorno e finisce verso le sei del pomeriggio.

finalmente ripreso il taglio della legna (ah come sono tedioso!!! 🙂 ), in due tutto gira meglio, la chiamano organizzazione del lavoro, io la chiamo finire presto e far meno fatica.

ho terminato un libro che parla di malattie inventate, faccio bene ad odiare il marketing: è un tema che ha bisogno di più spazio.

il nuovo album di Cisco, mi spiace doverlo dire ma mi piace: già avevo apprezzato il suo lavoro con i “La casa del vento”, ma le ultime cose dei MCR davvero le trovavo insopportabili; trovavo inoltre insopportabile l’eccessivo e strumentale uso della contestazione politica in alcuni dei loro ultimi pezzi, perchè li rendeva attuali per due mesi e poi senza significato. il nuovo lavoro invece è molto ben realizzato: solo due pezzi non mi convincono nei testi (le tracce 3 e 5), mentre gli altri a mio parere sono ben fatti: di certo ci sono arrangiature davvero ottime, con musicisti di gran livello; in molti momenti mi ha ricordato Leonard Cohen, e non a caso c’è pure la cover della sua “Sister of mercy”. è un disco non catalogabile, di base folk, che ricorda un po’ “Fuori campo”, ma con uno sfondo molto più d’atmosfera rispetto a quell’album. tutto questo considerando che a me Cisco sta un po’ sugli zebedei, l’ho rivalutato. sul suo sito un po’ di musica scaricabile.

due notizie di cronaca per dire come è cambiato il mondo da neanche vent’anni a questa parte: nella mia scuola il Paolino non l’ha mai toccato nessuno, anzi, gli volevamo tutti bene, anche chi non lo conosceva e non aveva modo di parlarci non se la prendeva certo con lui… anche perchè credo avrebbe fatto lui una brutta fine… nella mia scuola nessuna prof si è mai spogliata nuda chiedendo prestazioni sessuali ai ragazzi. e direi che qualsiasi ometto di tredici anni con gli ormoni che iniziano a frullare non credo che possa rimanere scontento della cosa; e diciamolo senza tante ipocrisie che se avevi una prof gnocca in classe te lo sognavi pure che faceva una scena così! magari non in classe, ma va bene lo stesso…

ultima notizia: è nata la figlia di Beppone: Elisa! per la foto e gli auguri ci sta il suo blog 😉 auguri anche ari-papà!





L’enfant – una storia d’amore

10 11 2006

 film premiato con la palma d’oro a Cannes nel 2005. francese, amo i francesi, senza musica, e quando un film è senza musica ti deve per forza comunicare qualcosa.

la storia si incentra su due ragazzi, Sonia e Bruno che hanno un bambino: Sonia vive con un sussidio, Bruno invece organizza furti con due ragazzini. Sonia si cala subito nel ruolo di madre, Bruno no, mercante, tutto per lui si può trasformare in denaro e il denaro in cose. anche il figlio, che non è un individuo, ma solo un mezzo come un altro per fare soldi.

ad un certo punto Bruno vaga per la città portandosi due fardelli: prima quello della carrozzina del bimbo e poi quello di uno scooter. tutto però è avvolto da un alone di vuoto, di mancanza di senso in ciò che Bruno fa.

palma d’oro non per niente, è un film molto intenso, fatto di tanti silenzi e domande, che affronta non solo un tema importante quale il mercato delle adozioni clandestine, ma anche l’approccio moderno alla vita che nasce e alla conduzione della vita stessa. merita.

lenfant1.jpg 





ma… sa parlare???

9 11 2006

bello vedere in tv prima delle 7 del mattino una signora 76enne (ma che non li dimostra per niente), che è lì per presentare il suo lavoro, l’arte del rammendo, quello invisibile, non i patacconi che alle prime volte vengon fuori dai tentativi maldestri di inesperti. è un lavoro lungo, si è portata avanti perchè con i tempi della tv non avrebbe forse neanche fatto in tempo ad infilare il filo nell’ago. la trama del tessuto è spessa, una giacca pesante, con una bruciatura di sigaretta, parla di una moda sorpassata, ma calda.

la giovane presentatrice bionda parla, parla come se di fronte avesse una bambina, parla parla parla, e non la lascia quasi intervenire. pone le domande e dà le risposte. eh, poverina, non è mai andata in tv, non conosce i tempi televisivi. e poi magari può dire qualcosa di sconveniente, o peggio ancora di banale. e invece la signora quando riesce finalmente a prendere la parola parla del suo mestiere, non dice una parola fuori posto, semplice e concisa, come si addice ad una signora appunto. e come ha imparato la signora? ha imparato in un negozio, dei milanesi ne avevano aperto uno a Roma, lei c’è andata e ha imparato.

conclusione in bellezza: la giovane presentatrice domanda “cavoli, ma allora lei è andata da Roma a Milano per lavorare?!?”. la signora, che è una signora, le ripete ciò che aveva detto prima, e la bionda presentatrice fa “aaaah, aaaah” (nel senso di “chiaro, chiaro”, non è che stava avendo un orgasmo…)

io non sarei stato signore. perchè appena ha aperto bocca la presentatrice mi sono chiesto come mai se sei famoso poi sparare tutte le vaccate che vuoi in tv, se invece conosci un mestiere semplice e lo sai fare bene fai fatica pure a parlare di quello… ma si sa, io mi pongo spesso domande senza senso….





Reduce

7 11 2006

Solo un paio d’ore fa gli ero di fronte. Lui seduto, penna in mano, io in piedi, chino, per dirgli qualcosa, sottovoce. Cosa puoi dire a colui cui non hai mai parlato, che mai ha ascoltato la tua voce, e che tu solo conosci la sua, attraverso le parole e le strofe delle sue canzoni. Quella voce che lui definisce monotona e monocorde, ma che tu ricerchi sempre, quando non sai che ascoltare: lui o Bach, quando non sopporti le parole ma vuoi solo musica. Poi le parole le trovi, una domanda, un’affermazione, la stupidità che sentivi svaniscono di fronte alla sua semplicità e al suo sorriso, a quella sua voglia di raccontare liberamente.
Giovanni Lindo Ferretti è da tempo molto criticato, per il suo cambiamento: da cantante punk filosovietico a sostenitore di papa Ratzinger. Il passo è lungo, maturato nel tempo, che ha irrimediabilmente spiazzato chi si abbeverava al suo canto. Posso dire di aver consumati i nastri e i cd di CCCP e CSI e PGR, posso dire di aver capito tutto e niente. Niente, perché tanti versi sono oscuri, condensati di racconti, come lui stesso ha ammesso raccontando il suo stile produttivo. Tutto, perché alla fine ha sempre fatto e detto quello che voleva, in totale onestà con se stesso e con il suo pubblico.
Ora lui cambia e buona parte del suo pubblico gli volta le spalle al termine della presentazione, alcuni commenti banali e con pregiudizi, non si può accettare che un comunista diventi un fervente cattolico. Lui sorride, e con lui quelli che restano. Quanti di quelli che se ne sono andati si sono veramente rifugiati sotto il Patto di Varsavia, pretendendo un piano quinquennale e la stabilità? Quanti sono andati per le strade a gridare che Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta?
Quello che mi affascina di Ferretti è il suo essere oscuro eppure chiaro, mai scontato, sempre piacevole da ascoltare, che sa raccontare storie, e stasera ho pure scoperto sappia anche ascoltare molto. Non sono mai stato uno che vedeva nelle persone di spettacolo degli idoli: stimo molto invece coloro che reputo possano comunicarmi qualcosa, che sia un’informazione, un’emozione, un sentimento. Giovanni fa tutto ciò. Farmi autografare il suo libro la reputo una mezza cazzata, quello che mi interessava, ho scoperto in coda, era solo chiedergli due cose, le risposte sono state migliori di quanto potessi aspettarmi.
Stasera ho conosciuto una persona felice e serena, che con il suo passato ci ha fatto i conti, ma non rinnega nulla, che sta crescendo, cambiando, a 53 anni, che parlava di sua madre come potrebbe fare un bambino, che parla di se stesso con umiltà e semplicità vere, offrendosi a chi ha piacere ad ascoltarlo. Casualmente l’album da cui è partito il primo scossone è quello che io per molti mesi non sono riuscito ad ascoltare, dopo un primo rapido ascolto, “Linea Gotica”.
È strano. Mi stupisco sempre di come le diversità possano in realtà unire, anziché dividere. Coloro con cui mi trovo bene, sono spesso molto diversi da me, eppure più sono diversi e quasi meglio mi trovo.
Non so ancora dire se il suo primo libro (addirittura edito da Mondadori, anatema dai suoi ex-fan!) valga i soldi spesi. Ho letto le prime pagine con avidità, ma ora l’ho chiuso. Lo voglio assaporare, gustare lentamente, soppesare le parole, che ho già saggiato, si muovo al ritmo della sua voce, come sul palco, risuonano nella mente mentre gli occhi passano sui fogli.





Gloria. Exultate.

7 11 2006

sarà l’umidità ma in certi periodi sono più sensibile alle informazioni che recepisco. sto leggendo un libro di cui vorrei parlare quando l’avrò finito, un’inchiesta, interessante, che fa realmente riflettere. riflessioni che tanti fanno, ma poi rimangono lì come belle stautine. ritengo un peccato a volte dover fare un altro lavoro, non mi spiacerebbe informare le persone come professione, tant’è…

chi mi conosce meglio sa che sono contro la pena di morte, e che ho una visione utopica del mondo addirittura senza armi. in questi giorni si parla della condanna inflitta a Saddam, stranamente arrivata due giorni prima delle elezioni USA di medio termine con tutto le scenario che conosciamo: c’è chi è a favore e chi è contro alla decisione della corte. io sono contro per principio: sono convinto che una pena serva a rendere innanzitutto inoffensivo chi ha commesso un reato, e poi a riabilitarlo. la prima parte è ovvia, la seconda serve a far sì che la prigionia sia un evento transitorio e veramente utile, al contrario sarebbe un inutile palliativo. di questo parere devono essere coloro a favore della pena di morte, soluzione drastica che elimina il problema alla radice. mi spaventa quando da questa parte ci si mettono persone che sarebbero normalmente contrarie, ma devono recitare la parte del bastian contrario perchè altri contro la pena di morte non si sono scaldati tanto in altre occasioni e non vedono perchè ora loro debbano schierarsi con costoro. a me D’Alema sta sulle balle, però le sue dichiarazioni mi hanno visto concorde con lui: dovrei per questo cambiare le mie convinzioni perchè altre volte non ero d’accordo con D’Alema? mi sembra un atteggiamento infantile.

ora, nella fattispecie, Saddam non è più al potere, è stato in questo senso neutralizzato: l’ergastolo è una pena comunque tremenda (forse nessuno ci pensa mai a che venga limitata la propria libertà a vita) che risolverebbe il problema principale che è quello di non vederlo libero a fare politica o ad organizzare qualcosa di simile a quanto successo in questi anni; in molti lo auspicano, ritenendola una pena adeguata, beati loro, dovessi giudicare io andrei più a fondo, non penso sia così facile giudicare qualcuno in un processo, fosse anche Saddam.

uso sempre una frase, una domanda, nei confronti di coloro che sono a favore della pena di morte: chiedo se sarebbero disponibili ad eseguire la condanna, a infilare la siringa, ad abbassare la leva del generatore, a tirare il grilletto, a far saltare la corda, insomma a fare quell’azione che si sa che procurerà la morte di una persona: non mi ha mai risposto nessuno o al massimo un “cazzo c’entro io?”. in questo caso mi piacerebbe porre la domanda a George W. Bush, visto che ha detto di aver esultato alla notizia della condanna, e credo che Saddam con il suo orgoglio possa rendere concorde con questa mia visione.

mi ha lasciato molto perplesso vedere una parte della popolazione irachena esultare come si è esultato noi lo scorso luglio di fronte alla televisione, ma in parte li capisco. quello che non capisco è come possa una guida fomentare le folle, guidarle con la paura, sorriderle mentendo.

per fortuna una buona notizia dalla Germania: Mediaset sta cercando di sbarcare in terra teutonica, ma i tedeschi li hanno già avvisati che per Costituzione, la tv in Germania ha scopo educativo, pertanto per Iene e veline da loro non c’è spazio. aggiungerei anche per le varie buone domeniche.

gloria. exultate.





Lunedì

6 11 2006

ci voleva, ci voleva tutto, 5 giorni fuori dalle balle e ovviamente tornare con la scrivania piena di carta: non che mi aspettassi di meglio, mi chiedo cosa succederebbe se mi licenziassi oggi, così, damblè…

fatto tutto o quasi quello previsto nell’elenco:
cena dallo zio: splendida come sempre, con retroscena svelati, risate, bevute, prese in giro…
giro dei cimiteri: il viaggio indietro nel tempo della famiglia e delle persone del paese…
vedere “le particelle elementari”: molto bello, mi è piaciuto davvero molto, anche se in buona parte si stacca dalla trama del libro di Houellebecq. l’atmosfera però è ben tenuta, soprattutto nella prima parte, sove l’apatia, il grigiore, la bastardaggine e la superficilaità dei personaggi è ben rappersentata: il finale è troppo buonista, il libro non è così, ma io non me lo ricordo nei dettagli, per cui sono rimasto ugualmente soddisfatti. da leggere il libro e da vedere il film.
andare alla Caremma a rilassarsi: venerdì, il giorno più bello dei 5, la mia prova volta tra idromassaggi, bagno turco e sauna e altri ammenicoli vari che mi hanno fatto uscire dal luogo con un sorriso ebete e rilassato… se ci torno, ancora all’osteria S. Lucia, trovata per caso, con il gestore pugliese che è veramente alla buona e con un ambiente che è in linea con quello di questo blog.
fare un banchetto allo spettacolo di Neri Marcorè per Emergency: f-hatto. come sempre al Ciak fa un freddo becco. fare qualcosa per quegli spifferi no, vero? in ogni caso, Marcorè è davvero molto bravo, gestirsi uno spettacolo teatrale da solo, interpretando diversi personaggi, beh, non credo sia da tutti. breve (circa un’ora e mezza), leggero, divertente, piacevole.
magari uscire per una birretta: con pisciatona annessa, oh yeah…
vedere di riuscire ad andare con Beppe in erboristeria: ok, per questo non ce l’ho fatta…
dormire: ritengo che istituire le giornate lavorative di 6-7 ore, con obbligo di pisolo pomeridiano, possa costituire base per un serio programma di governo.
camminare: f-hatto
tagliare legna & cercare funghi: niente funghi, e niente legna a causa del forte vento di questi giorni. funghi basta, ormai è troppo secco, a meno che l’aria giri. per la legna, appena c’è tempo, per un po’ ce n’è…
ho fatto un post osceno, ritengo, condensato, non mi piacciono troppo le cose condensate, ma c’è troppa roba, libri letti, odori e sapori che andrebbero raccontati in separata sede, con calma, quella di questi giorni.
sono serviti proprio…





Due giorni di ferie

1 11 2006

due giorni, un piccolo ponte, un ponticello, per un pausa che desideravo da tempo. a volte tirare serve per apprezzare meglio la pausa, a volte si tira perchè non si ha tempo di pensare a come godersi la pausa, poi quando la addocchi ti dici “mia! fermi tutti!”.

due giorni di pausa per fare:
– cena dallo zio
– giro dei cimiteri
– vedere “le particelle elementari”
– andare alla Caremma a rilassarsi, proviamo
– fare un banchetto allo spettacolo di Neri Marcorè per Emergency
– magari uscire per una birretta
– vedere di riuscire ad andare con Beppe in erboristeria
– segnarsi per la prossima settimana di vedere di realizzare qualche nuovo progetto, semplice, di cui si parlava ieri sera
– dormire
– camminare
– tagliare legna
– cercare funghi
ok, per il momento può bastare così…
ah, martedì c’è Ferretti alla feltrinelli di piazza piemonte… valutare se andarci…